Correlazione Artico-CDG-Nord Atlantico…verso una nuova PEG!!!   Leave a comment


Tutti abbiamo sentito parlare molto dei cosiddetti gas-serra e dell’idea che il nostro pianeta si stia riscaldando.Il  pensiero però, poco conosciuto e scarsamente apprezzato dai politici e dai capi economici, nonchè anche dalla comunità degli scienziati, sta prendendo gradualmente credibilità grazie anche ai dati che stanno man mano convalidando certe ipotesi, e cioè quello del Riscaldamento Globale, o comunemente chiamato Global Warming, che potrebbe attualmente portare ad un grande raffreddamento in molte zone della Terra.

Infatti se l’atmosfera continuasse a riscaldarsi potrebbe presto scattare un drammatico ed improvviso raffreddamento su tutta la regione Nord Atlantica con un calo termico di alcuni gradi, sufficiente ad incrementare i ghiacciai alpini e, d’inverno, a far gelare le acque di fiumi e porti a modificare le direttrici delle compagnie aeree, sconvolgere le linee di trasporto terrestre, ad una crescita del fabbisogno di energia elettrica, e a costringere le tecniche di coltura agricola e di pesca a grandi ed urgenti cambiamenti.   Facile intuire che le ripercussioni economiche sarebbero enormi.Questi cambiamenti potrebbero avvenire nell’arco di una decade, e potrebbero persistere per centinaia di anni.

Studiando il clima della Terra nel passato possiamo evidenziare come ci siano stati dei cambiamenti molto rapidi, e non graduali, da un tipo di clima all’altro, come ho descritto nell’ultimo editoriale.La chiave di lettura per capire questi “scatti climatici” è l’atmosfera che, come sappiamo, fa circolare il calore e l’umidità intorno al globo, ma che da sola ridistribuisce solo metà dell’energia che la Terra riceve dal Sole. L’altra metà viene trasportata intorno al nostro pianeta da un sistema di circolazione altrettanto importante ed imponente, ma meno conosciuto: gli oceani.

L’atmosfera e gli oceani sono i creatori del clima terrestre, solo che l’atmosfera è una lepre, mentre l’oceano è una tartaruga.
I cambiamenti rapidi della circolazione atmosferica causano tempeste, irruzioni fredde ed ondate di calore, che possono durare svariati giorni.

Gli oceani possono impiegare anni, decenni o anche millenni perché avvenga una completa ridistribuzione perché immagazzinano il calore 1000 volte di più che l’atmosfera.
Ecco perchè i cambiamenti nella circolazione degli oceani possono occupare la scena planetaria su larga scala e per lungo tempo.

I cambiamenti a cui mi sto riferendo riguardano il Grande Nastro Trasportatore Oceanico, che è il maggiore sistema di circolazione di calore di tutto il pianeta.La grande Corrente del Golfo, nell’Atlantico, è parte di questo sistema, portando il calore assorbito dai tropici, prima lungo la costa orientale degli Usa, e poi ad est, verso l’Europa.

Quando la calde e salate acque della corrente del Golfo, raggiungono latitudini più fredde cedono il loro calore all’atmosfera. L’atmosfera nella regione nord atlantica si riscalda e i venti prevalenti trasportano il calore verso est fin dentro l’Europa. Quando le acque della Corrente del Golfo raggiungono il Labrador, la Groenlandia e gli altri mari nordici, perdendo il loro calore, diventano più fredde e dense, e risultano essere relativamente salate (data l’elevata evaporazione subita alle latitudini tropicali).

L’acqua salata è più densa dell’acqua dolce, così l’intera massa salata e raffreddata inizia ad immergersi verso le profondità oceaniche. Quando questa massa di acqua fredda raggiunge gli abissi essa fluisce nelle profondità oceaniche dall’Atlantico settentrionale verso sud fin nell’Atlantico Meridionale.

La discesa di questa enorme volume di acqua salata e fredda fornisce una spinta al Grande Nastro Trasportatore, formando inoltre un vuoto in superficie che viene prontamente riempito da nuova acqua calda e salata dalle latitudini meridionali verso nord.

Il Nastro Trasportatore Oceanico ha già smesso di funzionare in passato.
Da carotaggi fatti nei ghiacciai Groenlandesi e dallo studio dei sedimenti organici stratificatisi nei fondali marini si è scoperto che 12800 anni fa le acque Nord Atlantiche si raffreddarono drammaticamente.

Questo raffreddamento delle acque avvenne nel giro di un decennio e di conseguenza si raffreddò l’intera regione Nord Atlantica, il freddo durò per circa 1300 anni.
Questo periodo è chiamato Younger Dryas, ed è solo uno dei periodi in cui il clima della Terra è cambiato molto rapidamente da condizioni di caldo a condizioni di freddo.
Ci sono state continue interruzioni e ripartenze nel Nastro Trasportatore.
Queste transizioni avvengono nel giro di 3-10 anni.
I periodi freddi sono durati da 500 a 1000 anni circa.
Tali oscillazioni nelle temperature dell’oceano sono avvenute con regolarità.

L’ultima avrebbe causato la piccola era glaciale che dal medioevo fino al 1840 causò un forte raffreddamento proprio sull’Europa con conseguenze anche nel resto del pianeta.

”Il sistema climatico” della terra è un complesso e continuo sistema di bilanciamento.
Come la maggior parte dei sistemi dinamici, la Terra ricerca uno stato stabile. E cercherà di restare nello stesso stato finché non interverrà qualcosa a cambiarlo.
Piccole oscillazioni nelle temperature, normalmente, vengono compensate con oscillazioni opposte.Questo avviene, però, finché il sistema riesce a funzionare.
La causa del malfunzionamento sono le cosiddette “acque fresche” (le acque dolci che si riversano in mare).

Se si riversa troppa acqua dolce, dovuta all’aumentata portate dei fiumi, allo scioglimento dei ghiacciai artici (diminuiti in volume del 45% nelle ultime decadi), il risultato sarà quello di desalinizzare l’acqua del Nord Atlantico rendendola meno densa e fermandone l’inabissamento. Quindi la Corrente del Golfo rallenterà o devierà più a sud, e gli inverni nella regione Nord Atlantica saranno significativamente più freddi. Ora ecco l’allarme.Negli anni passati i monitoraggi e le analisi fatte dagli oceanografi hanno evidenziato una desalinizzazione crescente delle acque Nord Atlantiche, specialmente nell’ultima decade, con dati dal 1960.

Ad un certo punto in Atlantico Settentrionale le acque dolci risulteranno predominanti, in superficie, rispetto alle acque miti e salate della C.D.G.
Quando questo accadrà il Grande Nastro Trasportatore si sarà inceppato.
Questi recenti segnali di variazione della salinità dell’oceano Atlantico Settentrionale e la diminuzione delle temperature della Corrente del Golfo, anche negli ultimi anni e mesi, rappresentano il più grande e drammatico cambiamento nelle proprietà dell’oceano che mai siano state misurate in tutti gli oceani del globo.

A quale percentuale si fermerà il meccanismo? Dal punto di vista numerico è difficile inquadrarlo, ma quello che è sicuro è che il cambiamento sarà repentino, perché, se le correnti in affondamento rallentano, meno acqua calda e salata del Golfo potrà affluire, accelerando notevolmente il processo fino ad un improvviso drastico blocco.
Tutto questo mentre anche le ultime rilevazioni satellitari mostrano una crescente e continua anomalia termica negativa delle acque superficiali, nonché ad una maggiore tendenza allo sgretolamento del pack artico che, nonostante annata buone dal punto di vista termico atmosferico con un incremento dello spessore gelato, in un solo anno, 2006/7, ha perso una fetta importante del suo attivo. Ecco che le immagini satellitari ci mostrano come crepe nel pack sono già attive nella prima decade di maggio ad una latitudine polare elevata, quando si era mostrato solo alla fine della decade 1990-2000.

Il pack artico ha perduto i 2/3 dello spessore nelle zone più lontane e 1/3 a latitudini sopra l’85° parallelo. Ciò significa che l’Atlantico sta ricevendo maggiori quantità di acqua chiara che dal golfo di Baffin e attraverso la corrente del Labrador va ad interagire con la corrente del golfo mettendola in serie difficoltà. Ora definirlo “normale” potrebbe rientrare nelle specifiche climatologiche considerando fattori incipienti dettati da situazioni atmosferiche peculiari, con disposizioni della corrente a getto tali da generare effetti sulla massa ghiacciata, ma in egual modo si potrebbe pensare a causa-effetto della nostra stella o variazioni magnetiche o raggi cosmici o all’effetto serra antropico. Concause che potrebbero aver rotto il sistema climatico, ma allora dobbiamo aspettarci un bilanciamento?

Certo che si…. il bilanciamento termico terrestre è un sistema estremamente complesso, importante e sensibile e ad ogni variazione il sistema pone rimedio. Allora perché non pensare che, cominciando da un calo termico del nord Atlantico e con il maggiore effetto albedo,  stiamo andando incontro ad una nuova PEG con conseguente nuova fase glaciale?

Un cordiale saluto

Luca Romaldini

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